LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

Cartigli al Santo


foto sopra:
particolare dei cartigli con scritte al Santo

Santuario S. Corrado di Fuori

Essi riportano scritto:

1 S. Corrado Patrono di Noto
2 Fecit Mirabilia in Vita Sua
3 Ad me conversio eius

Del quarto ci manca la dizione, scriveteci.




Nelle tre foto sopra è possibile farsi un'idea
di come nei secoli scorsi era il luogo della Grotta di S. Corrado
prima della costruzione del Santuario.
La Grotta era logicamente chiusa e vi si accedeva
da una porta ricavata nella parete rocciosa.




Si ci achana per circa dechi scaluni

Al visitatore attento questo sacro speco
ricorda il primato della preghiera e del Vangelo


L' attuale Santuario del 1751 per il pavimento realizzato a livello della Grotta ha nascosto e coperto quei dieci gradini.
Ancora alla metà del XVI secolo, cioè al tempo del beato Antonio Etiope eremita terziario, il quale "per soi devoti orationi andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni", quindi la venerabile Grotta era come le altre nei pressi, scavata nella dura roccia in luogo non agevole.

La foto sopra, mostra in modo molto semplice, come è stato eretto il Santuario che contiene la Grotta di San Corrado, che ha addossato il Romitorio. Per inglobare la Grotta, che era raggiungibile dal calpestabile originario, è stato necessario un intervento di riempimento dell'area atta alla erezione del Santuario e delle sue fondamenta. Un tempo quindi essa era raggiungibile per mezzo di una scalinata di circa dieci gradoni ricavati dalla pietra.


Precisazioni storiche di rilievo:



Antonino Alessi chierico netino, il quale aveva trascorso tre anni continui da eremita, depone un'interessante testimonianza sull'intensa vita esemplare dell'eremita negro. Tra l'altro l'Alessi ci fa sapere che Cio Antoni raggiungeva la venerata grotta di S. Corrado, "a la quali si ci achana per circa dechi scaluni".


Questo il testo originale, diciottesima testimonianza:


“Clericus Antoninus Alessi de civitate Noti testis juratus et interrogatus super infrascripta et toto facto dixit tantum scire come havi conosciuto et conosci a lo condam Cio Antoni nigro cum lo quali conversao et praticao per circa anni tre continui, videlicet in anno III, IIII et V indictionis proxime preterite in loco et ecclesia di fora undi habitava lo beato Corrado a lo quali Cio Antoni ipso testimonio vidia fari vita heremitica contemplativa etr spirituali cum multa charitate et pacientia, facendocontinuamente soi devoti orationi in lo modo infrascripto, videlicet ad circa hora meza di nocti dicto Cio Antoni andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni cum so altare undi si sole diri la Missa et illà devotamente inginocchione per spatio di circa hore dui facìa dicti soi orationi et sua culpa percotendosi con una petra a lo pecto et da poi se ne retornava a la sua grocta et pigliava un poco di reposo...”


(Processo informativo diocesano sulla vita e i miracoli del beato Antoni di Notho (Noto, 24/4 - 9/5 1550). copia del 1595, ms. presso la Biblioteca Comunale di Palermo, Cat. 30 q. c. 36).



Sac. Salvatore Guastella





foto sopra, cliccare per ingrandire



San Corrado in abito bigio


L'espressiva tela
della Gloria di San Corrado


foto U. B. - cliccare l'immagine per ingrandire

La bella tela è oggi conservata ed esposta al pubblico nel Museo del Tesoro della Cattedrale di Noto e Museo di S. Corrado.
Molto chiara l'immagine del Santo rappresentato secondo le originali e storiche sembianze a lui proprie: abito da terziario francescano di colore grigio.

Sulla tela spicca la scritta:
Dono M. Santocono 1961

Un tempo questo dipinto era visibile alla Cappella ed Altare del Santo nella Cattedrale, così come abbiamo voluto mostrare nel fotomontaggio che potete osservare.
Altra figura dell'Eremita in abito penitenziale grigio è quella visibile nella Basilica di Roma dei Santi Cosma e Damiano - Curia Generalizia del TOR - opera a fresco di Francesco Allegrini del XVII sec.


L'espressiva tela della Gloria di S. Corrado venne donata da Matteo Santocono. Ecco quanto disse di lui l'allievo Giuseppe Pirrone (1898-1978) poii grande artista, in un'intervista del 1976 a Recanati: "Concedato dal servizio militare nel febbraio 1919, conobbi a Noto il pittore-decoratore Matteo Santocono e così cominiciai ad aiutarlo, seguendolo per anni nella decorazione dei soffitti". Il sac. orionino D. Pasquale Mazza rese questa testimonianza: "Giovanetto, l'indimenticabile Matteo Santocono aiutò G. Pirrone proprio a Noto a scoprire i suoi talenti, aprendogli gli orizzonti della gloria; con lui Pirrone compì i primi passi nell'Arte, collaborando alle decorazioni in occasione del restauro al Santuario di S. Corrado di fuori nel 1922". Quindi la tela 'Gloria di S. Corrado' è databile ai primi degli Anni Venti.



Portale Cattedrale Noto


Tutti i pannelli singolarmente

e la spiegazione


La narrazione scenica della Vita di San Corrado Confalonieri – tra storia e leggenda – è immortalata nel bronzo dal basso a sinistra, e procede a serpentina da un’anta all’altra del portale sino alla sommità.


1. Corrado saluta la moglie Eufrosina e si avvia a caccia con il seguito nell’agro piacentino.


2. La selvaggina nella macchia egli cerca di snidarla col fuoco. Divampa l’incendio e Corrado corre inutilmente ai ripari.



3 Corrado si presenta al governatore di Piacenza e scagiona l’innocente accusato dell’incendio. Corrado ed Eufrosina pagano i danni; il resto dei beni lo distribuiscono ai poveri.



4 Corrado si fa terziario francescano ed Eufrosina clarissa. L’episodio prodigioso di «quannu l’acqua teni ‘nto pnaru» (‘quando l’acqua sta nel paniere’). Corrado pellegrino a Roma: rito penitenziale per acquistare l’indulgenza.




5 Corrado si imbarca a Gaeta per Gerusalemme. A Malta poi è calunniato e cacciato, e attraversa il mare per la Sicilia sul suo mantello.



6 A Palazzolo Acreide i pastori lo credono una spia travestita da frate e gli aizzano i cani che però non gli fanno male. Corrado a Noto è accolta da Giovanni Mineo nell’hospitium dove serve i poveri, è poi accolto dal netino S. Guglielmo alle celle della chiesa del Ss. Crocifisso.



7 Corrado guarisce il figlio ernioso di un amico sarto. L’eremita Corrado nella grotta dei Pizzoni. L’episodio dei due fiaschi di vino. L’episodio delle due pezze di cacio.



8 Corrado salva un suo devoto dal cadere in un burrone. Esorta un eremita a perseverare.. Riceve la visita del Vescovo di Siracusa. Invitato di venerdì, mangia pesce, non carne. Libera la sua grotta da un ingombrante macigno.



9 Corrado va a Siracusa dal Vescovo. Guarisce un malato. Maltrattato da giovinastri, li perdona. Sfama i notinesi durante una carestia.



10. Corrado va Noto a ricevere per l’ultima volta la s. Comunione. Muore in ginocchio nella sua grotta dei Pizzoni. Un netino e un avolese se ne contendono il corpo. Traslazione del corpo del Santo alla chiesa madre dell’antica Noto.




Per il testo Sac. Salvatore Guastella

Per le fotografie Umberto Battini


Catechesi corradiana


Il Portone bronzeo della Cattedrale di Noto

opera insigne dell'artista Pirrone


Vi sono rappresentati tutti gli episodi salienti
della Vita del
Patrono.
Un modo singolare e quasi unico di conoscere
la storia umana e spirituale di San Corrado.

cliccare sulla foto per ingrandire




Noto - Il Portale bronzeo della Cattedrale.


Opera di Giuseppe Pirrone

Il contenuto dei 10 doppi pannelli



La narrazione scenica della Vita di San Corrado Confalonieri – tra storia e leggenda – è immortalata nel bronzo dal basso a sinistra, e procede a serpentina da un’anta all’altra del portale sino alla sommità.


  1. 1. 1 Corrado saluta la moglie Eufrosina e si avvia a caccia con il seguito nell’agro piacentino.
  2. 2. 2 La selvaggina nella macchia egli cerca di snidarla col fuoco. Divampa l’incendio e Corrado corre inutilmente ai ripari.
  3. 3. 3 Corrado si presenta al governatore di Piacenza e scagiona l’innocente accusato dell’incendio. Corrado ed Eufrosina pagano i danni; il resto dei beni lo distribuiscono ai poveri.
  4. 4. 4 Corrado si fa terziario francescano ed Eufrosina clarissa. L’episodio prodigioso di «quannu l’acqua teni ‘nto pnaru» (‘quando l’acqua sta nel paniere’). Corrado pellegrino a Roma: rito penitenziale per acquistare l’indulgenza.
  5. 5. 5 Corrado si imbarca a Gaeta per Gerusalemme. A Malta poi è calunniato e cacciato, e attraversa il mare per la Sicilia sul suo mantello.
  6. 6. 6 A Palazzolo Acreide i pastori lo credono una spia travestita da frate e gli aizzano i cani che però non gli fanno male. Corrado a Noto è accolta da Giovanni Mineo nell’hospitium dove serve i poveri, è poi accolto dal netino S. Guglielmo alle celle della chiesa del Ss. Crocifisso.
  7. 7. 7 Corrado guarisce il figlio ernioso di un amico sarto. L’eremita Corrado nella grotta dei Pizzoni. L’episodio dei due fiaschi di vino. L’episodio delle due pezze di cacio.
  8. 8. 8 Corrado salva un suo devoto dal cadere in un burrone. Esorta un eremita a perseverare.. Riceve la visita del Vescovo di Siracusa. Invitato di venerdì, mangia pesce, non carne. Libera la sua grotta da un ingombrante macigno.
  9. 9. 9 Corrado va a Siracusa dal Vescovo. Guarisce un malato. Maltrattato da giovinastri, li perdona. Sfama i notinesi durante una carestia.
  10. 10. 10 Corrado va Noto a ricevere per l’ultima volta la s. Comunione. Muore in ginocchio nella sua grotta dei Pizzoni. Un netino e un avolese se ne contendono il corpo. Traslazione del corpo del Santo alla chiesa madre dell’antica Noto.

Il grandioso Portale bronzeo della Cattedrale è davvero epopea religiosa del nostro popolo e plastica bibblia dei poveri! Esso propone la lettura visiva di un messaggio di evangelizzazione e aiuta a sentire Dio vicino per vivere come i santi da amici del Signore e dei fratelli che sono nel bisogno.

Nel pannello alla base dell’anta di sinistra si legge: «Deo Optimo Maximo / In honorem S. Conradi / Netinorum Patroni / Joseph Pirrone Artifex / Dicavit».

Nel pannello alla base dell’anta di destra: «D. Salvatore Nicolosi Net. Ant. / D. Nuntio Zappulla Thes. Par. / S. Religio Hierosolymitana / Heres March. Del Castelluccio / In Mem. Posuit. A. D. MCMLXXXII»


Dati riguardanti il Portale


Progettista e scultore: Prof. Giuseppe Fortunato Pirrone (1898-1978). Altezza: m. 6,30; larghezza: m. 3,18; superficie istoriata: mq. 19,90; superficie totale: mq. 23,04; peso complessivo: c. q. 30; pannelli istoriati: n° 20; pennelli iscrizioni: n° 2; scene: episodi della Vita di San Corrado Confalonieri; personaggi scolpiti: n° 112; ditta fonditrice: Fonderia Internazionale Michelucci di Montecatini; ente finanziatore: S. M. Ordine di Malta; anno di progettazione: 1962; anno di realizzazione: 1982; costo dell’opera: £ 80 milioni.




Sac. Salvatore Guastella

CENSIMENTO delle Immaginette sacre
dedicate a San Corrado


Aggiunte tre bellissime immagini inviate da Noto dal Devoto Luigi Beltrami.

Nella foto sottostante vedete 11 tipi diversi di "santino" dedicati al nostro amato comune Patrono.
Possiamo fare un 'censimento' ed una operazione a favore di tutti gli Amici Devoti: inviate una foto a questo sito, con qualche informazione, se possedete immaginette del Santo di antica data.

In questo modo aiutiamo a crescere conoscenza culturale e amore devozionale.

Tutte le immagini su questo sito sono a completa disposizione, con i testi, per chiunque desideri conoscere e diffondere il culto e la storia del Santo Eremita Corrado Confalonieri piacentino.

Scrivete alla mail penitente@alice.it
oppure potete inviare via posta ordinaria una foto del vostro santino, con i vostri dati, all'indirizzo segnalato:

Romitorio San Corrado, via Mazzini 31 già strada romea, 29010 Calendasco (Piacenza)

Per qualsiasi informazione, unitamente ai Devoti di Noto, Roma ed altri luoghi, vi ringraziamo e aspettiamo collaborazione.



foto sopra: tre belle immaginette del Patrono
inviate dal Devoto di Noto e Portatore dei Cilii
Luigi Beltrami


foto: alla sinistra un santino tedesco del 1763
sarebbe interessante se qualche Devoto ci inviasse la
traduzione della invocazione scritta




Avvenne a NOTO



Il Miracolo

del “Bastone di San Corrado”




Nella prima solenne processione con l’arca del santo, che fu fatta l’anno appresso (1516), avvenne che nel passare davanti a una casa i portatori sentirono siffattamente aggravatone il peso, che dovettero deporlo, nè valevano a rilevarlo.

Erano testimone la vecchia padrona di quella casa, e parendole di indovinare la ragione di quel fatto che teneva tutti sospesi e stupiti, uscì di casa portando un vecchio bastone, e dicendo al Vescovo che guidava la processione:

“Forse il Beato Corrado rivuole la roba sua; l’ebbe non so come l’avo mio, e l’abbiamo sempre custodito con gran cura, e con esso applicato ad infermi abbiamo ottenuto assaissime grazie. Mi giudicherà indegna di più oltre tenerlo: e lo rendo, e lo dò a voi da custodire.”

Bene si appose; chè posto il bastone sopra l’arca del corpo, cessò ogni difficoltà dello smuoverlo; e racquistato il leggier peso di prima si compiè la processione.

Pel quel fatto commossi, e atterriti quanti altri in Noto custodivano il Rosario o altri oggetti che già furono del Beato, li portarono anch’essi al Vescovo, il quale ordinò, che fossero religiosamente custoditi.

E così fu fatto, nella sontuosa Cappella che era stata costruita nella Chiesa di S. Nicola ad onore del B. Corrado.


Nota al testo


La Chiesa di San Nicola con la Cappella dedicata al Santo Corrado piacentino si intende quella posta nella Noto Antica, cioè la città che andò distrutta nel terremoto del 1693. L’odierna città di Noto sorge un poco più a Valle e nuovamente in quel tempo ricostruita in luogo più solido e sicuro.

Testo tratto integralmente alla pag. 46 dal libro edito in Noto nel 1890 dalle Off. Tip. Di Fr. ZAMMIT, quarta edizione sulla ristampa con aggiunte del Cav. Bartolomeo Veratti Cameriere d’Onore di Cappa e Spada della Santità di N. S. LEONE XIII.

Della Vita e del Culto di S. CORRADO CONFALONIERI – Cenni storici



ISPICA la tela corradiana


foto: quadro del Transito di San Corrado Confalonieri

Il quadro è conservato nella Chiesa di Ispica
di Santa Maria Maggiore

La tela si riferisce alla morte del Santo il 19 febbraio 1351 nella Grotta
nella Valle dei Pizzoni di Noto.



Luoghi della Devozione


foto sopra: San Corrado di Fuori a Noto




foto sopra: la Via S. Corrado Confalonieri a Piacenza
un click sulla foto per ingrandirla


Sarebbe interessante se qualche Fedele di S. Corrado ci inviasse foto della tela di Pozzallo e quella di Palermo.


La Chiesa Madre Madonna del Rosario, a Pozzallo,edificata alla fine del XIX sec, fu dedicata inizialmente a San Pietro, in omaggio alla chiesa omonima di Modica dalla quale dipendeva e a cui doveva un "canone in cera vergine".

“dopola la porta laterale, si trova la cappella con la tela della «Gloria di San Corrado», opera di Orazio Spadaro del 1913”

___________________

Dal Volume ITINERARIO per le vie, piazze, vicoli e cortili della Città e contorni di Palermo, per Vincenzo Migliore di Siracusa, edito nel 1824 presso Giuseppe Pappalardo

Palermo Quartiere di Santa Ninfa

“Chiesa e Convento di Santa Maria degli Angeli detto la Gancìa nella Via dell’alloro o Vicolo della Gancìa, nella Cappella della Madonna di Guadalupa vi è anche il quadro di San Corrado pittura di Vincenzo Romano.”



E' UFFICIALE

Il Santuario Mariano di Lendinara ha una Cappella dedicata a San Corrado Confalonieri

L'Araldo di San Corrado continua a dimostrarsi una fucina della ricerca storica e devozionale


foto sopra: Tela con S. Bartolomeo in Gloria
attribuita al Tintoretto e posta
nella Cappella di S. Corrado Confalonieri


E' una notizia che già tempo fa ho avuto modo e fortuna di proporre: ma è ufficiale che nel Santuario di S. Maria del Pilastrello di Lendinara (Rovigo) la prima cappella entrando a destra, sia dedicata proprio a San Corrado Confalonieri: nome e cognome!
Così riportano la Guida del Santuario e altri libri storici.

Ma, fatto ancora più bello, possiamo fare una ipotesi, per ora da verificare, ma da vagliare con attenzione! E cioè che anche la tela attribuita al Tintoretto - siamo in territorio veneto - riporti quali santi oltre al S. Bartolomeo in Gloria al centro, anche S. Benedetto alla sua sinistra e alla sua destra S. Corrado in abito francescano!

La grande pala dell'altare è però ufficialmente così descritta: S. Bartolomeo con i Santi Benedetto e il Beato Bernardo Tolomei.
Il Beato Tolomei è il fondatore degli Olivetani: è storico e certissimo che egli prese la Regola di San Benedetto e scelse l'abito bianco! E così è sempre raffigurato!

In questa tela posta nella Cappella 'dicata' di San Corrado Confalonieri il Beato Tolomei appare stranamente con un saio francescano! Non con l'abito bianco con il quale è sempre rappresentato!
Ecco perchè ipotizzo anche questa 'futuribile' scoperta circa la preziosa tela di Lendinara.

Potrebbe essere che i Santi rappresentati siano Corrado ed il Tolomei, che all'inizio della sua conversione si diede a vita penitente e da eremita proprio come il Confalonieri.
L'angelo posto sopra a S. Benedetto o forse come ipotesi, al Beato Tolomei tiene in mano la mitria segno dell'abate: in effetti è storico che il Tolomei fu abate dalla fondazione fino alla morte: fu eletto cioè ben 27 volte, e questo segno starebbe proprio a significare questo.

Certo per ora rimane che la Cappella è dedicata al nostro amato San Corrado, sarà certamente uno stimolo capire come la devozione sia giunta in questo Convento e santuario benedettino degli Olivetani.

Umberto Battini





Tratto dalla GUIDA al SANTUARIO

Santuario di N.S. del Pilastrello - Lendinara (RO)

IL PRIMO ALTARE DELLA NAVATA DESTRA

La cappella è dedicata a S. Corrado Confalonieri.

L'altare in marmo di Carrara è opera del milanese Paolo Sartorelli che lo installò nel 1802.

Al di sopra della mensa marmorea la pala d'altare raffigurante S. Bartolomeo in gloria, S. Benedetto, il Beato Bernardo Tolomei e i committenti Bartolomeo e Battista Malmignati (olio su tela centinata, cm. 257 x 147) attribuita a Domenico Robusti, il Tintoretto (Venezia 1560 - 1635) e databile alla fine del '500. Fra le nuvole S. Bartolomeo con lo sguardo rivolto verso la luce divina proveniente dall'alto e nella mano destra la propria pelle scorticata e il coltello del martirio. L'angelo di destra ha tra le mani la mitria del Beato Bernardo Tolomei, raffigurato in basso nella veste dell'Ordine con le mani incrociate al petto e lo sguardo rivolto verso S. Benedetto. Sotto a mezzo busto i due committenti Bartolomeo e Battista Malmignati.

Le statue raffiguranti probabilmente S. Carlo Borromeo e S. Francesco di Sales, laterali alla splendida tela, sono opera del milanese Antonio Spazzi, della scuola del veronese Zoppi (1804).

__________________
Altro testo circa il Beato Tolomei padre fondatore dei monaci Olivetani



In preda a crisi religiosa, ottenne, per intercessione della Madonna, la guarigione da una malattia agli occhi, questo lo portò ad abbandonare la città e la sua vita mondana; seguendo l’ispirazione nel 1313, anno di nuove cruente lotte fra le fazioni cittadine, Bernardo Tolomei con due concittadini i nobili Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, lasciarono Siena ritirandosi ad Accona una proprietà dei Tolomei a 15 km dalla città.


Deposti gli abiti signorili, li sostituirono con più modesti, cambiati i nomi, si dedicarono ad una vita di preghiera, di penitenza e solitudine eremitica; sono ancora conservate le grotte di questo periodo, compresa una piccola cappella che il Tolomei si era fatto costruire.


Ma la loro vita ascetica, richiamò presso di loro molti uomini, nobili e plebei, desiderosi di associarsi alla loro vita. Bernardo che si riteneva responsabile di tutti, si rivolse al vescovo di Arezzo nella cui giurisdizione era il luogo prescelto, per avere l’autorizzazione canonica alla sua posizione e a quella di tutti gli altri.


Il 26 marzo 1319, il vescovo d’Arezzo Guido Tarlati, rilasciò a Bernardo Tolomei e Patrizio Patrizi, convenuti nell’episcopio, la ‘Charta fundations’ del nascente monastero di S. Maria di Monte Oliveto, sotto la Regola di s. Benedetto.


Fu scelto un abito bianco con l’intento di onorare la Vergine Maria a cui era devotissimo Bernardo e la cui devozione mariana rimarrà in eredità alla spiritualità della Congregazione...



da internet Autore:
Antonio Borrelli



INNO A SAN CORRADO


foto: Siracusa Chiesa di S. Maria dei Miracoli
tavola di SAN CORRADO di G. M. Trevisani, pittore veneto



di p. Antonio Panzica TOR



Dall’orgoglio liberato
con i frati penitenti,
tutti liberi e contenti,
ora sconta il suo peccato.

Poi diventa pellegrino
di Gesù innamorato
con il cuor tanto infiammato
dell’amore suo divino.

Pellegrino del Signore,
prega sempre e gira il mondo,
il divino vagabondo
porta a tutti pace e amore.

Vede Roma e Terra Santa,
solca il mare e sbarca a Malta,
la Sicilia, terra alta,
scorre e guarda tutta quanta.

Da Palermo scende a Noto
dove fissa la dimora,
poco pane lo ristora
e un ruscello che gli è noto.

L’eremita prega e ama
Gesù Cristo Salvatore
Crocifisso e Redentore
che gli dona pace e fama.

Fra Corrado il Crocifisso
ama e prega innamorato,
il suo volto estasiato
su di lui ha lo sguardo fisso.

Finché vien sorella morte
per condurlo nella gloria,
quando al termin della storia
si spalancan quelle porte.

S. Corrado dolcemente,
tu se’ nostro protettore,
da lassù con grande amore
or proteggi la tua gente.


Q
uesta bellissima poesia è stata musicata ed è l'Inno al Patrono che viene eseguito dalla Corale nella Chiesa e Parrocchia di S. Corrado a Siracusa. Potete ascoltarla anche visitando il sito della Parrocchia.




S. Corrado frate del TERZO ORDINE francescano

Il Terzo Ordine francescano

E' parte della nostra devozione anche conoscere almeno a linee generali, la storia dell'Ordine francescano al quale, come penitente, aderì il santo Corrado, uomo sposato, laico. Come fedeli è molto bello quindi venerare con grande rispetto anche "l'abito" religioso che gli consentì di giungere dalla conversione penitente ad una vita eremtica e santa.

Umberto Battini


BREVE STORIA

del TERZO ORDINE REGOLARE

di s. Francesco

testo estratto dal sito della Parrocchia di S. Achille - Roma, retta dai frati del TOR

a cura di p. Lino Temperini TOR


San Francesco d'Assisi e i suoi primi compagni, mossi dallo Spirito divino, attraversano campagne e città per annunciare il vangelo e sollecitare il popolo ad una vita cristiana sempre più coerente con il messaggio della salvezza.

S.Francesco cede il proprio mantelloMolta gente rimane toccata dalla viva testimonianza del Poverello e vuole seguirlo, cioè desidera comportarsi come lui nella fedeltà a Cristo e alla sua parola di vita. Francesco accoglie tutti come dono di Dio: alcuni diventano Frati minori; alcune ragazze diventano le Povere dame o Clarisse; molti uomini e donne si ispirano a Francesco senza entrare in convento, ma rimanendo nel mondo e continuando le proprie attività. Questi ultimi costituiscono il Terzo Ordine di San Francesco, detto anche Ordine Francescano della penitenza.

Il movimento del Terzo Ordine comincia nell'autunno del 1211 e si amplia nella primavera del 1212, continuando il suo prodigioso sviluppo nei decenni successivi. A tutti i suoi seguaci Francesco offre una regola di vita evangelica. Ai terziari da proposte in tre documenti molto preziosi:

  • La Prima Lettera ai fedeli penitenti (1215),
  • la Seconda Lettera ai fedeli penitenti (1221),
  • il Memoriale propositi (1221).

Croce TAU - Croce di S.DamianoNel 1289 il primo Papa francescano Niccolò IV vuole conferire un volto definitivo al Terzo Ordine di San Francesco riproponendo in forma più giuridica la Regola del 1221 (Memoriale propositi) e approvando esplicitamente il movimento.

Dai tempi di San Francesco in poi, alcuni Terziari, uomini e donne, manifestano il desiderio di un movimento maggiore verso la perfezione evangelica e cominciano a vivere in comunità, professando gradualmente i consigli evangelici. Alcuni prediligono la vita contemplativa e scelgono la solitudine negli eremitaggi e nella reclusione volontaria, lontana da distrazioni terrene e tutta incentrata nei misteri di Dio. Molti attendono alla opere di misericordia in ospedali per malati e anziani, oppure in ospizi per pellegrini e per itineranti, o infine gestiscono centri di accoglienza per ragazze trovatelle e per l'educazione della gioventù. Presto comincerà l'apostolato parrocchiale, la predicazione, l'insegnamento, le pubblicazioni scientifiche e religiose. Più tardi prenderà vita l'impegno missionario, sviluppato con ottimo successo in tempi recenti.

Alcune tappe storiche dell'Ordine

Nel 1295 (11 Luglio), Papa Bonifacio VIII promulga la bolla Cupientes cultum con la quale concede ai terziari Regolari, presenti in numerosi insediamenti in diverse parti, di avere propri luoghi di culto. Approva quindi lo stile di vita comunitaria e l'attività pastorale esercitata dai terziari.

Nel 1323, il Pontefice Giovanni XXII, con la bolla Altissimo in divinis (18 Novembre) ribadisce l'approvazione ecclesiastica e conferma la vita regolare intrapresa dai Terziari francescani, dichiarandola lodevole e conforme alle intenzioni di san Francesco.

Nel 1447, il Papa Niccolò V, con la bolla Pastoralis officii (20 Luglio), approva la federazione delle fraternità terziarie d'Italia in un Ordine centralizzato, con un unico Ministro e un Consiglio generale.

L'Ordine in Italia e nel Mondo

In Italia, l'Ordine si sviluppa in 15 Province regionali, con 256 insediamenti o conventi. In vari Paesi si sviluppano Congregazioni terziarie nazionali: Croazia, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Irlanda, Stati Uniti d'America.

Alcune scompariranno a causa delle soppressioni e delle guerre, mentre alcune si fonderanno con la Congregazione italiana nell'unico organismo che attualmente costituisce il Terzo Ordine regolare di San Francesco, con sede a Roma presso la Basilica dei Santi Cosma e Damiano.

Dopo ripetute soppressioni civili e una soddisfacente ripresa, il Terzo Ordine Regolare di San Francesco oggi è presente con 248 insediamenti in:

  • Italia,
  • Croazia,
  • Spagna,
  • Francia,
  • Germania,
  • Stati Uniti d'America,
  • India,
  • Sudafrica,
  • Sri Lanka,
  • Brasile,
  • Paraguay,
  • Messico,
  • Perù,
  • Svezia,
  • Bangladesh,
  • Filippine.

Alcune attività dell'Ordine

ext_plugin.pngLe attività svolte sono molteplici: apostolato nelle parrocchie, opere di misericordia per i bisognosi, catechesi e predicazione, insegnamento, apostolato della stampa, missioni. Ma l'apostolato principale è quello di vivere il dono della vita consacrata come offerta continua sull'altare del mondo per la gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli.


Padre Lino TEMPERINI

TOR di S. Francesco



Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
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  • Per informazioni devozionali e storiche sul Santo Corrado potete contattare la mail penitente@alice.it
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  • L'Araldo di San Corrado è il Collegamento Devozionale Italiano dei Devoti e Fedeli del Santo piacentino morto a Noto il 19 febbraio 1351 e nato in Calendasco (Piacenza) nel 1290