DOMENICA 4 OTTOBRE
UN SACERDOTE CON MAMMA NETINA
PARROCO A CALENDASCO
Ha fatto l'ingresso ufficiale in parrocchia a Calendasco don FABIO BATTIATO.
La parrocchia che vanta 400 anni di Patronato di S. Corrado ha accolto il nuovo parroco che dovrà fare lavoro pastorale alle parrocchie di Calendasco, di Cotrebbia e Boscone.
Il Comune ha in tutto una popolazione di 2500 anime.
Accompagnato dal Vicario Generale don Giuseppe Illica il parroco ha fatto l'ingresso ufficiale in parrocchia, in una chiesa piena di gente al punto che è stato lasciato aperto il portone per permettere a tutti di seguire il rito.
VIDEO 2015
SAN CORRADO
NOTO
LA GROTTA E L'ARCA
ESTATE 2015
On line i VIDEO andati in onda in TV
sono visibile le prime 3 puntate
altre due saranno trasmesse e poi messe in rete web
potete vederle su
www.piatuccitto.net
NOTO
LA GROTTA E L'ARCA
ESTATE 2015
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BEATIFICAZIONE
500 anni
la Bolla venne letta a Noto
il 28 agosto 1515
(venerdì) 28 agosto 2015
sono 500 anni esatti della Beatificazione!
la Bolla venne letta a Noto
il 28 agosto 1515
(venerdì) 28 agosto 2015
sono 500 anni esatti della Beatificazione!
2 AGOSTO 2015
DALLA CATTEDRALE DI NOTO
XXIII TRASLAZIONE
DELL'ARCA COL CORPO
DI SAN CORRADO
Domenica 2 agosto alle ore 3 del mattino momento di preghiera e quindi si inizerà la Processione verso il Santuario del Santo Corrado.
Fino al 19 agosto l'Arca con il corpo di San Corrado sarà nella grotta dei miracoli!
70° SACERDOTALE A NOTO
AUGURI
DI CUORE
Mons. Salvatore Guastella di Noto
sacerdote, storico raffinatissimo e studioso
nonchè devoto esemplare in San Corrado
festeggia il 70° di ordinazione sacedotale
Il messaggio che ha inviato a tutti gli Amici
SETTANTESIMO SACERDOTALE
Alla vigilia della mia
ordinazione presbiterale annotavo nel diario: «Signore Gesù, non confido per
nulla in me. Sia il mio sacerdozio: santo e fruttuoso, secondo la tua
santissima volontà a mio riguardo. Negli istanti della consacrazione
presbiterale, intendo avere - sotto l'amorevole protezione della Madonna e del
tuo Cuore - tutti quei sentimenti santi che mi hai ispirato e che ebbero tutti
i santi sacerdoti nella loro ordinazione» (Noto, 28 giugno 1945).
Se Gesù è grande, essere
prete è bello, perché significa operare in
persona Christi, donare alla gente la sua Parola, permettere loro di
sperimentare la sua azione di guarigione, di toccare la sua carne e fare
esperienza di salvezza. Se la Chiesa
è santa, allora essere prete è bello, perché significa collocare gli uomini
sotto la sovranità della Parola di Dio e creare tra i credenti quei legami di
fraternità che li fanno essere un anticipo di Paradiso. Fino a che Gesù Cristo
e la Chiesa costituiscono, nella coscienza presbiterale, una presenza
dominante, la vita del sacerdote diventa ricca di senso. Al Signore Dio Uno e
Trino ho affidato e affido la mia vita e la mia salute sacerdotale e fisica,
fiducioso sempre nella intercessione materna di Maria Ss. Scala del Paradiso come
anche del patrono S. Corrado Confalonieri. Il Signore Gesù, sommo ed eterno
Sacerdote, benedica tutti coloro che mi ha messo accanto nella vita: genitori,
parenti, educatori, confratelli e quanti mi hanno voluto bene e sopportato. Eccellenza
Rev.ma, carissimi Confratelli e diaconi, ill.mi dott. Albino Di Giovanni e
sig.na dott.ssa M. Carmela Caruso (rispettivamente Direttore e Assistente
sociale di questa ben ordinata Oasi san Francesco), cari amici qui convenuti a
questa celebrazione eucaristica per invocare la paterna misericordia divina:
grazie sentitissime nel Signore ricco di grazia e di misericordia!
Oasi san Francesco, 29. VI. 2015
Mons. Salvatore Guastella
ARTICOLO PIACENZA
ARTICOLO DI CARMELO SCIASCIA
dal quotidiano di piacenza LIBERTA'
di domenica 28 giugno 2015
Siamo
abituati a conoscere la religiosità del popolo siciliano, così come studiato al
liceo, attraverso il Verga, nella famosa novella Guerra di Santi: una zuffa
cruenta tra avverse fazioni che si sfidano con devozioni contrapposte. Nel caso
di Verga la lotta tra San Pasquale e San Rocco. Questa concezione irreligiosa
di professare una religione, ha una radice scettica così come era stata
avvalorata, fuori dai confini regionali, dallo scettico Montaigne che così scrive: “Non temo di
confessare che io facilmente porterei, se occorresse, una candela a san Michele
e un’altra al suo serpente”. Questo in generale penso possa essere ancora
valido, almeno per la forte componente pagana,
presente in quasi tutte le feste religiose in Sicilia. Anche la festa
del Monte di Racalmuto (il mio paese) raggiunge l’acme, ancora oggi, con una
ragguardevole zuffa: la presa del cero, ben descritta da L. Sciascia ne “Le
parrocchie di Regalpetra”.
Anche
Piacenza, ebbe nella stessa chiesa, il
culto comune di due santi: San Vittore e Sant’Antonino. Sant’Antonino (di cui
si sconosce l’anno e la città di nascita) diventa martire nel 303 quando San
Vittore aveva tre anni essendo nato nel 300. Morirà nel 375.Piacenza poco sa
del proprio patrono Sant’Antonino, ancora oggi per le notizie si fa riferimento
allo storico Campi, notizie confutate già nel settecento da un altro storico
piacentino: il Poggiali.
Piacenza
ignora (e ignorerà fino al seicento) un certo Corrado Confalonieri. Lo ignora
non come nobile rampollo dei Confalonieri di Calendasco ma come Eremita in quel
di Noto.
Solo
che contrariamente a Sant’Antonino, di Corrado Confalonieri da Calendasco
sappiamo tutto, con documentato puntiglio storico. Notevoli sono state le
ricerche e gli studi, numerosi i documenti e le testimonianze. Studi ed
incontri che continuano ancora a fornirci nuove conoscenze.
Sabato
20 giugno, nel salone del municipio di Calendasco ha avuto luogo il VI Convegno
Nazionale di studi corradiani. Il tema: Considerazioni storiche sui luoghi, i
documenti e il culto di San Corrado a Calendasco. Ricorre infatti quest’anno il
V centenario dell’indulto di beatificazione del Santo avvenuta a Noto nel 1515.
Corrado fu Santo per volontà popolare subito dopo la morte, quando per la
Chiesa era ancora Beato.
Moderatore
dell’incontro il poeta Claudio Arzani, ha salutato i presenti il parroco di
Calendasco Don Massimo Cassola che ha sottolineato la figura di Corrado come
pellegrino, un pellegrino illustre che ci porta a meditare sul tema
dell’accoglienza, accoglienza come caratteristica peculiare della comunità del paese. Diversi
sono i profughi ospitati in paese senza che vi sia nessun problema per i
residenti abituali. In un convegno
dedicato a San Corrado una testimonianza netina è d’obbligo. Una presenza
quella di Oscar Angelo Cannella da Milano che sottolinea la santità di Corrado
per grazia ricevuta. La sua è una delle tante testimonianze che si trovano
anche nel museo degli ex-voto a Noto. Da bambino era affetto da una grave
malformazione ossea, un processo degenerativo di calcificazione che lo avrebbe
portato all’immobilità, la madre lo depose sull’urna del Santo all’età di nove
anni e da quel momento iniziò una lenta ma totale guarigione.
Dopo
questi preliminari di carattere squisitamente devozionale, la parola agli
storici. Il primo ad intervenire è Gianni Battini, cultore di storia locale. La
sua testimonianza parte da lontano, dal ritrovamento dei sette pugnali di selce
che testimoniano già in periodo preistorico la presenza dell’uomo in territorio
prossimo al Po, dove si pensava ad una presenza dell’uomo in epoca più tarda,
per un’apparente inospitalità delle caratteristiche territoriali. Oltre che manufatti,
sono state nella zona trovate tracce di
abitazioni (capanne) risalenti al 900 a.c. Calendasco fu sicuramente villa
romana, cioè case e cascine sparse nella campagna in prossimità del Po, ma non
è da escludere un’origine celtica, il significato del territorio sarebbe “luogo
vicino a una foresta”. Sicuramente il maggior sviluppo si ha con
l’attraversamento delle vie di comunicazione, con la derivazione di una
bretella della via postumia che giungeva al porto sul fiume, il futuro passo di
Sigerico, che conduceva verso Pavia,
proseguendo verso la Gallia e collegandosi al Lambro, verso Milano. Nel
1154 queste terre videro anche
l’accampamento dell’imperatore Federico Barbarossa e la famosa Dieta di
Roncaglia (per alcuni storici il luogo sarebbe stato Somaglia). Il tema, dai
Celti a San Corrado, è stato così ampiamente trattato come premessa storica
della realtà locale, humus culturale dove nacque ed operò il giovane Corrado
Confalonieri.
Le
grandi vie di comunicazione, dai romani al medioevo sono state illustrate dallo
storico Fausto Chiesa. Interessante capire come accanto alle vie di
comunicazione si siano formati gli xenodochi e quali erano quelli presenti a
Caledasco. Gli xenodochi erano luoghi preposti a “ricevere ospiti” come dalla
genesi compositiva del termine stesso. Sorti accanto alle vie più importanti
erano di sostegno ai viaggiatori ed ai pellegrini, numerosi infatti si
trovavano sulla via Francigena e sul cammino di Santiago de Compostela. Gestiti
da frati, costituirono un embrione dei futuri complessi episcopali. Importante
quello gestito dai monaci di San Colombano di Bobbio. Così lo storico Chiesa:
“Lungo la via Postumia che in seguito verrà definita Romea o Romera, invece,
era più facile trovare degli hospitali, che davano assistenza anche e
soprattutto sanitaria, così fu quello di
Sant’ Elena di Rottofreno, oppure di Ponte Tidone annesso alla chiesa, ben
visibile ancor oggi, seppure ridotto maluccio. Superato il porto sul Po di
Suprarivo, dopo qualche chilometro i pellegrini, i viandanti si trovavano di
fronte l’abitato di Kalendasco, poche case esistenti in epoca longobarda e
prossimo alla città di Piacenza. La tradizione ci porta qui a rinnovare la
figura e l’importanza di San Corrado Confalonieri, del quale esiste tuttora
l’hospitio-romitorio a lui dedicato.”
Il
romitorio di Kalendasco era detto del “gorgolare” perché nei pressi di un
mulino ad acqua. Per questo la comunità religiosa, colà insediatasi, prese il
nome di Gorgolare. Fu qui che Corrado nato Confalonieri nel castello di
Calendasco nel 1290, rinasce all’età di
25 anni a nuova vita diventando francescano penitente. E qui che padre Giuseppe
Neri, postulatore del Terzo Ordine Regolare, venuto appositamente per il
convegno insieme ad un confratello da Assisi, pone l’accento sulla conversione
del Santo e sull’analogia con la scelta di San Francesco d’Assisi. Corrado vive
gioiosa gioventù (come del resto il Santo Poverello) ma l’incidente lo sradica.
L’incidente era avvenuto durante una partita di caccia, quando per stanare la
selvaggina nascosta nel folto della vegetazione, ordinò di appiccare il fuoco.
Il governatore di Piacenza Galeazzo Visconti, Vicario Imperiale fece
riconoscere colpevole un contadino del luogo. Fu allora che Corrado proclamata
la sua colpa e risarcito il danno, rinuncia al privilegio nobiliare, diventa
povero e si converte. Congiuntamente a sua moglie Eufrosina che scelse di
entrare nel monastero di Santa Chiara in Piacenza. Corrado chiede di essere
accolto all’Hospitio dei terziari francescani di Calendasco, si nutre di solo pane, dorme sulla nuda
terra. L’esperienza dura 5 anni, viene infine introdotto e veste l’abito grigio
dei penitenti. Pellegrino a Roma, in Terra Santa, a Malta, lo troviamo infine
in Sicilia, a Noto.
Perché
Noto? Ed è appunto questo Convegno a darci chiarimenti in merito. Umberto
Battini, infaticabile studioso, ricercatore ed organizzatore di eventi
corradiani ci prospetta la soluzione. Una curiosa premessa: ai tempi di San
Corrado i servitori e battitori per la caccia, erano detti ‘battini’. E come il
nostro Umberto ebbe a scrivere: “Non so quanto possa valere, di certo però, io
che mai ho praticato la caccia, ho l’onere di portare questo antico cognome”. E
lo porta benissimo, visto il grande contributo che ha dato alla ricerca storica
sul Santo: sua la scoperta, cercando negli archivi parrocchiali, del documento
attestante la nascita del Santo Eremita proprio a Calendasco. Ci dice il
Battini che già il territorio netino,
per peculiare conformazione e per tradizione bizantina, era meta di molti
eremiti, (come, altri parti del meridione, ad esempio nelle vicinanze di Monte
San Michele sul Gargano, dove ancora continua la tradizione greco ortodossa).
Non solo. Riporta il nostro storico documenti per cui nel 1296 era stato
assegnato ad un nobile Landi piacentino il feudo di Curmaracchia in Val di
Noto. Probabilmente Corrado ne era a conoscenza. Il Feudo perso dai Landi venne poi richiesto
tramite intercessione papale, senza nessun esito. Documentazione storica ineccepibile
quella del possesso piacentino di Curmaracchia, come ineccepibile potrebbero
essere i due accennati fattori determinanti nella scelta del Santo.
Le
rivelazioni di Battini continuano: cita
anche documenti ove si parla di scontri armati avvenuti nel 1313, l’assedio
della lombarda Soncino in quel di Cremona, con protagonista tal Corrado
Confalonieri. Visto che la conversione è databile nel 1315, potrebbe anche
essere che lo stesso giovane Corrado Confalonieri si trovasse a combattere
nell’anno 1313. Ultimo episodio riportato da Battini, la descrizione dei
festeggiamenti di San Corrado, avvenuti a Calendasco il 19 febbraio del 1912,
festeggiamenti avvenuti per tre giorni di seguito ed alla presenza di tre
vescovi, uno per ogni giorno. Sappiamo della presenza del vescovo di Piacenza,
di quello di Bobbio, mentre ignoriamo quale fosse il terzo vescovo (sarà un
ulteriore convegno a svelarcelo?).
Il
sindaco Francesco Zangrandi, ha
illustrato brevemente la storia del castrum burgi calendaschi. Mentre dettagliatamente
si è soffermato sulla storia recente e sui progetti di recupero. Progetti
presentati già nel 1985, ma che iniziano concretamente in seguito al reale
pericolo di crollo del tetto solo nel 2000, per proseguire nel 2002 con
l’acquisto di altre pertinenze del castello, portico e scuderia. Altri cantieri
si susseguono dal 2007 al 2013 e che vedono la sistemazione dello scalone di
accesso ed il recupero dell’area
cortilizia.
Per
finire si attende un ulteriore finanziamento per porre in essere un adeguato
sistema di illuminazione che ne esalti le caratteristiche architettoniche. Il
prossimo consiglio comunale vedrà la proposta per fare inserire la via
Francigena come patrimonio dell’umanità. Sarebbe l’inserimento UNESCO un grande
volano per un ulteriore rilancio del turismo della zona, che vedrebbe
protagonisti, la presenza del Castello, del Romitorio, del guado di Sigerico e
della figura di San Corrado, patrono di Calendasco da più di quattrocento anni.
Per
concludere Francesco Ferri, poeta piacentino, ha recitato alcuni componimenti in onore di San
Corrado.
Qui
potrebbe terminare il resoconto del VI convegno di studi corradiani. Ma così
non è, perché in realtà il convegno prosegue con una visita guidata nei luoghi
propri del Santo.
Visita
al Romitorio, dove la storia (di San Corrado) e l’arte (di Bruno Grassi) si
fondono e confondono, trasformando un luogo materiale in un altare di profonda
religiosità. Visita al Castello ed alle stanze, che videro nascere e crescere
Corrado, uomo d’armi e nobile Confalonieri. Visita alla chiesa, presenza
antica, almeno nel nucleo originale, la parte che riguarda l’altare, familiare
al Santo.
“Noto
è una delle più straordinarie città che si siano costruite in Europa… una delle
più raffinate realizzazioni di un’epoca che produsse Mozart e Tiepolo” (S.
Sitwell), è per definizione “il giardino di pietra”, un giardino che custodisce
nella propria Cattedrale, l’urna d’argento con il venerato corpo di San
Corrado, acclamato Santo, da beato, dal popolo netino fin dall’anno 1351.
Anche
a Piacenza, nonostante i Farnese abbiano cercato di cancellarne la memoria,
perché il Santo era della famiglia Confalonieri, si celebra San Corrado con molta solennità
ed a Calendasco per esattezza storica da
oltre 400 anni!
Carmelo
Sciascia
ARTICOLO SU L'ARALDO WEB clicca qui
ARTICOLO 28 GIUGNO 2015
Il resoconto del
VI CONVEGNONAZIONALE
DI STUDI CORRADIANI
SUL QUOTIDIANO DI PIACENZA
L I B E R T A'
domenica 28 giugno 2015
un articolo di Carmelo Sciascia
il Convegno si è tenuto sabato 20 giugno 2015 nella Sala del Consiglio
del Municipio di Calendasco
VI CONVEGNONAZIONALE
DI STUDI CORRADIANI
SUL QUOTIDIANO DI PIACENZA
L I B E R T A'
domenica 28 giugno 2015
un articolo di Carmelo Sciascia
il Convegno si è tenuto sabato 20 giugno 2015 nella Sala del Consiglio
del Municipio di Calendasco
RELAZIONE CONVEGNO 2015
C A L E N D A S C O
sabato 20 giugno
si è tenuto il VI Convegno Nazionale di Studi corradiani
potete leggere la relazione sul giorno di Studio
e vedere le foto cliccando sul LINK sotto
RELAZIONE LEGGI CLICCA QUI
20 GIUGNO 2015
VI
Convegno Nazionale di Studi corradiani in onore di S. Corrado Confalonieri
Calendasco
sabato 20 giugno 2015
Salone
superiore del castello
dalle ore 14.45
dalle ore 14.45
“Considerazioni storiche sui luoghi i
documenti e il culto di S. Corrado a Calendasco”
In
occasione del V Centenario della beatificazione avvenuta a Noto il 28 agosto
1515 si terrà a Calendasco un convegno pubblico aperto a tutti i devoti per
presentare la nuovissima documentazione inedita emersa dagli archivi; il paese
rivierasco vanta da ben quattro secoli
di patronato. Il patrocinio è del Comune di Calendasco e della Parrocchia di S.
Maria Assunta e della Postulazione Generale del TOR francescano di Roma.
Il
programma del pomeriggio di studio prevede il saluto agli intervenuti del
sindaco di Calendasco e del parroco don Massimo Cassola, modera Claudio Arzani
scrittore e pubblicista ad aprire la
sessione sarà Gianni Battini cultore di storia locale “Storia di Calendasco: dai celti a S. Corrado”, segue Fausto Chiesa
storico e scrittore “Le grandi vie di
comunicazione, gli xenodochi ed in particolare quello longobardo di Calendasco”, Francesco Zangrandi sindaco di Calendasco “Il castello di Calendasco tra passato e
futuro”, p. Giuseppe Neri Postulatore generale del TOR di S. Francesco di
Roma “Penitenti francescani tra XIII e
XIV sec. S. Corrado Confalonieri” , Umberto Battini studioso di S. Corrado
Confalonieri “Documenti inediti a
riguardo del culto secolare al Patrono di Calendasco” concluderanno il
netino Angelo Adam Cannella che darà la testimonianza di una grazia ricevuta
mentre il poeta piacentino Francesco Ferri reciterà alcuni distici composti in
onore del santo. Sarà allestita una mostra fotografica a cura di Luigi Beltrami
di Noto che ricorderà il pellegrinaggio fatto dai netini in terra piacentina lo
scorso febbraio.
CARTE DI CULTO
LE CARTE INEDITE
DEI 400 ANNI
DI CULTO A CALENDASCO
San Corrado Confalonieri il Patrono di Calendasco da ormai 400 anni, era veneratissimo già nel 1600 ed ancora fino ad oggi.
Sono state ritrovate carte inedite e sconosciute che testimoniano già oltre un secolo fa del contatto devozionale tra Noto e Calendasco!
In preparazione tutto il carteggio che sarà reso pubblico in questo anno del V Centenario della Beatificazione!
LEGATO 1617
LA RICERCA STORICA
FATTA NEL 1617
Il Legato Sancti Conradi del 9 agosto 1617
di Umberto Battini
Gli Anziani di Noto che governavano la città nel 1600 scrissero a Piacenza nel 1610 se fosse possibile fare delle ricerche storiche in archivio su San Corrado per sapere di più della sua vita ed anzi scrivono che già loro sapevano che fosse stato feudatario di Calendasco!
Scrissero tre lettere: una agli Anziani del Comune di Piacenza, una al Duca Farnese ed una al Vescovo di Piacenza.
Proprio il Vescovo di Piacenza mons. Claudio Rangoni fece compiere una ricerca che diede i suoi frutti e venne messa nero su bianco nell'occasione della scrittura del Legato di San Corrado.
Il documento notarile si conserva in due copie originali: una in Archivio di Stato a Piacenza ed una in Archivio Parrocchiale a Calendasco!
E' stato scritto dal Notaio e Cancelliere della Curia vescovile di Piacenza propria nel Palazzo del Vescovo il 9 agosto 1617. Il Notaio era Giovan Francesco De Parma.
Tra i Testimoni convenuti anche il Vescovo in persona che alla fine sottoscrive l'atto diplomatico notarile approvando e firmando.
Già nella prima pagina si dice che i Confalonieri furono per vari secoli feudatari di Calendasco paese della diocesi di Piacenza posto al di là del fiume Trebbia.
Alla pagina 12 si possono leggere tradotte dal latino, delle affermazioni inportantissime!
Cioè che San Corrado Confalonieri, che già era Patrono di Calendasco, nello stesso paese vi era nato fisicamente!
Quello che viene trascritto è la sintesi di una ricerca storica fatta a quel tempo, infatti viene messo nero su bianco tradotto dal latino che "dopo una ricerca sulla vita fisica su S. Corrado fatta fare" ut in eius vita publica tipis mandata videre est - si può con certezza dire che "San Corrado è nato fisicamente nello stesso luogo di Calendasco" in eodem loco iste Sanctus ut praefertur, vitam terrenam duxit cioè nello stesso paese di Calendasco - ut praefertur cioè come è accertato! ha avuto la sua origine terrena!
E la parola "eodem" cioè "nello stesso luogo" viene tutta intorno puntinata per dare vigore a quanto affermato!
Nello stesso luogo "eodem" ove è Patrono (riferito a Calendasco) il Santo è anche nato, ha avuto l'origine terrena!
Un atto notarile fatto in curia vescovile di questo tipo non può in nessun modo essere messo in discussione.
Un qualsiasi storico serio mai si sognerebbe di negare quanto in una carta del genere viene scritto e affermato, proprio perchè è un documento ufficiale di Notaio e Cancelliere e fatto davanti a testimoni e allo stesso Vescovo di Piacenza che addirittura "loda, approva e firma" tutto!
E' un atto diplomatico notarile.
Si comprende quindi che fino al 1617 la dicitura che San Corrado era nato a Piacenza era solo fittizia, e proprio da Noto nel 1610 gli Anziani scrivono per chiedere più notizie certe e il Vescovo di Piacenza le fa fare e le mette nero su bianco per mano del Notaio e nello stesso palazzo vescovile!
Se le cose fossero state diverse avrebbe evitato di scriverlo e maggiore importanza è il fatto che ad affermarlo è proprio l'Autorità religiosa cioè il Vescovo!
A Calendasco San Corrado avevano appurato che era nato perchè avevano fatto indagini - ut in eius vita publica tipis mandata videre est!
Per dovere di serietà, di buona fede bisogna accettare senza dubbio alcuno quello che fu ricercato storicamente a quel tempo, e su espressa richiesta di Noto!
E da 400 anni ormai questo e scritto e affermato, la certezza storica che già avevamo nel piacentino era il convento dove si ritirò nel 1315 già nominato da storici antichissimi e altro dato inoppugnabile che Calendasco vanta sono ben 400 anni di Patronato, cioè è Protettore del paese e della gente di questo luogo.
La ricerca storica antica va rispettata ed accettata perchè da sempre è importante e soprattutto nel caso di San Corrado del quale a Noto della vita piacentina si conosceva quasi nulla e infatti scrivono nel 1610 per avere dati in più sul Santo e li ottengono dal Vescovo che accerta quanto detto!
La buona fede, l'apertura della mente e del cuore deve far accettare questo dato che non cambia niente dal punto di vista devozioale ma anzi arricchisce e aiuta la venerazione, e Calendasco vanta ancora una documentazione ricchissima di carte sui Confalonieri che furono feudatari per secoli del posto come testimonia anche il castello con il cassonato del soffitto ligneo del 1300 pitturato con lo stemma dei Confalonieri.
Chi fa ricerca storica seria non può in nessun modo mettere in discussione questo documento che è un atto pubblico fatto da un Notaio e Cancelliere di Curia di Piacenza e firmato dallo stesso Vescovo!
Anzi dobbiamo essere fieri che sia stato fatto questo lavoro di ricerca già nel 1617 su proposta arrivata direttamente da Noto e che per onore del vero va preso sul serio per rispetto del nostro Santo Patrono.
Piaccia o non piaccia un documento del genere non può essere criticato ne tacciato di essere falso per chiunque abbia buon senso e conoscenza del valore legale dei documenti!
FATTA NEL 1617
Il Legato Sancti Conradi del 9 agosto 1617
di Umberto Battini
Gli Anziani di Noto che governavano la città nel 1600 scrissero a Piacenza nel 1610 se fosse possibile fare delle ricerche storiche in archivio su San Corrado per sapere di più della sua vita ed anzi scrivono che già loro sapevano che fosse stato feudatario di Calendasco!
Scrissero tre lettere: una agli Anziani del Comune di Piacenza, una al Duca Farnese ed una al Vescovo di Piacenza.
Proprio il Vescovo di Piacenza mons. Claudio Rangoni fece compiere una ricerca che diede i suoi frutti e venne messa nero su bianco nell'occasione della scrittura del Legato di San Corrado.
Il documento notarile si conserva in due copie originali: una in Archivio di Stato a Piacenza ed una in Archivio Parrocchiale a Calendasco!
E' stato scritto dal Notaio e Cancelliere della Curia vescovile di Piacenza propria nel Palazzo del Vescovo il 9 agosto 1617. Il Notaio era Giovan Francesco De Parma.
Tra i Testimoni convenuti anche il Vescovo in persona che alla fine sottoscrive l'atto diplomatico notarile approvando e firmando.
Già nella prima pagina si dice che i Confalonieri furono per vari secoli feudatari di Calendasco paese della diocesi di Piacenza posto al di là del fiume Trebbia.
Alla pagina 12 si possono leggere tradotte dal latino, delle affermazioni inportantissime!
Cioè che San Corrado Confalonieri, che già era Patrono di Calendasco, nello stesso paese vi era nato fisicamente!
Quello che viene trascritto è la sintesi di una ricerca storica fatta a quel tempo, infatti viene messo nero su bianco tradotto dal latino che "dopo una ricerca sulla vita fisica su S. Corrado fatta fare" ut in eius vita publica tipis mandata videre est - si può con certezza dire che "San Corrado è nato fisicamente nello stesso luogo di Calendasco" in eodem loco iste Sanctus ut praefertur, vitam terrenam duxit cioè nello stesso paese di Calendasco - ut praefertur cioè come è accertato! ha avuto la sua origine terrena!
E la parola "eodem" cioè "nello stesso luogo" viene tutta intorno puntinata per dare vigore a quanto affermato!
Nello stesso luogo "eodem" ove è Patrono (riferito a Calendasco) il Santo è anche nato, ha avuto l'origine terrena!
Un atto notarile fatto in curia vescovile di questo tipo non può in nessun modo essere messo in discussione.
Un qualsiasi storico serio mai si sognerebbe di negare quanto in una carta del genere viene scritto e affermato, proprio perchè è un documento ufficiale di Notaio e Cancelliere e fatto davanti a testimoni e allo stesso Vescovo di Piacenza che addirittura "loda, approva e firma" tutto!
E' un atto diplomatico notarile.
Si comprende quindi che fino al 1617 la dicitura che San Corrado era nato a Piacenza era solo fittizia, e proprio da Noto nel 1610 gli Anziani scrivono per chiedere più notizie certe e il Vescovo di Piacenza le fa fare e le mette nero su bianco per mano del Notaio e nello stesso palazzo vescovile!
Se le cose fossero state diverse avrebbe evitato di scriverlo e maggiore importanza è il fatto che ad affermarlo è proprio l'Autorità religiosa cioè il Vescovo!
A Calendasco San Corrado avevano appurato che era nato perchè avevano fatto indagini - ut in eius vita publica tipis mandata videre est!
Per dovere di serietà, di buona fede bisogna accettare senza dubbio alcuno quello che fu ricercato storicamente a quel tempo, e su espressa richiesta di Noto!
E da 400 anni ormai questo e scritto e affermato, la certezza storica che già avevamo nel piacentino era il convento dove si ritirò nel 1315 già nominato da storici antichissimi e altro dato inoppugnabile che Calendasco vanta sono ben 400 anni di Patronato, cioè è Protettore del paese e della gente di questo luogo.
La ricerca storica antica va rispettata ed accettata perchè da sempre è importante e soprattutto nel caso di San Corrado del quale a Noto della vita piacentina si conosceva quasi nulla e infatti scrivono nel 1610 per avere dati in più sul Santo e li ottengono dal Vescovo che accerta quanto detto!
La buona fede, l'apertura della mente e del cuore deve far accettare questo dato che non cambia niente dal punto di vista devozioale ma anzi arricchisce e aiuta la venerazione, e Calendasco vanta ancora una documentazione ricchissima di carte sui Confalonieri che furono feudatari per secoli del posto come testimonia anche il castello con il cassonato del soffitto ligneo del 1300 pitturato con lo stemma dei Confalonieri.
Chi fa ricerca storica seria non può in nessun modo mettere in discussione questo documento che è un atto pubblico fatto da un Notaio e Cancelliere di Curia di Piacenza e firmato dallo stesso Vescovo!
Anzi dobbiamo essere fieri che sia stato fatto questo lavoro di ricerca già nel 1617 su proposta arrivata direttamente da Noto e che per onore del vero va preso sul serio per rispetto del nostro Santo Patrono.
Piaccia o non piaccia un documento del genere non può essere criticato ne tacciato di essere falso per chiunque abbia buon senso e conoscenza del valore legale dei documenti!
Umberto Battini
studioso di San Corrado Confalonieri eremita francescano
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Per approfondire
- visita www.araldosancorrado.org
- Questo Blog e' un prodotto amatoriale e non editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001
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- L'Araldo di San Corrado è il Collegamento Devozionale Italiano dei Devoti e Fedeli del Santo piacentino morto a Noto il 19 febbraio 1351 e nato in Calendasco (Piacenza) nel 1290