La
perfezione
di San Corrado
Breve analisi critica
di Umberto Battini
studioso di S.
Corrado
Uno schema trecentesco ci aiuta
ad analizzare la santità e le virtù e ci aiuta a capire meglio come e perché
anche Corrado Confalonieri è Santo.
In effetti come papa Bonifacio
VIII (papa dal 1294 al 1303) scrisse in un atto per una canonizzazione, il
santo deve essere oltre l’umano cioè supra homine.
Oltre ad eccezionali virtù il
santo possiede una grande energia divina che si vede attiva su un ben preciso
dono, che lo spinge ad agire in maniera che supera l’umano e stupisce.
Possiamo applicare la
definizione del papa medievale Bonifacio VIII che nel decreto su S. Luigi
scrisse “vita eius non fuit solum vita
hominis sed supra homine” – la sua vita non
fu solo una vita da uomo ma oltre
l’umano.
Proprio così è stato San
Corrado! E soprattutto nei suoi anni di vita a Noto questo fatto di aver un
dono divino che supera ciò che è umanamente possibile è venuto alla luce
davanti a tutto il popolo: il miracolo del pane caldo e delle guarigioni.
Agli occhi di tutti S. Corrado
per i netini apparve come mirabilis in
vita et in miracoli perché aveva una vita che andava oltre a quello che è
la normale condizione umana, e la sua vita appariva come un miracolo
permanente.
L’Eremita dei Pizzoni – come
anche amorevolmente viene chiamato – era uomo di virtù cioè di vita esemplare:
pratica di opere buone (guarigioni, consigli), penitenza per i peccati (quello
dell’incendio, che per tutta la vita lo segnerà e poi altre punizioni corporali
quali rotolarsi nei rovi), purezza della carne (dopo il matrimonio e fattosi
penitente lui e la moglie vivranno casti), umiltà di spirito (davanti al
vescovo di Siracusa che venne per controllarlo, si umilia ed anche quando verrà
bastonato dai giovani donando loro pane caldo), fervore nella carità (donava
sempre ristoro, parole buone, e pane vero dono del Cielo!), pazienza nelle
prove (il ripudio della famiglia piacentina dopo che divenne povero), e con lo
spirito sempre rivolto a Cristo.
Un Uomo fattosi Santo che
riceveva doni dallo Spirito Santo!
E oggi quei suoi pregi immensi
noi possiamo tentare di imitarli per migliorarci e sappiamo che come suoi figli
devoti S. Corrado ci assiste, sempre in ogni istante purchè gli mostriamo il nostro
cuore vero che spesso è pesante e incapace di amare come veramente si dovrebbe
fare: amare il nostro prossimo come noi stessi.